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IL BELLO CHE NON BULLA! 

Arte e formazione contro bullismo e disagio sociale

 

L’arte è sempre stata, e continua ad essere, uno strumento indispensabile ed efficace sia nel trattare tematiche sociali che nella sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulle stesse.

In realtà difficili, che necessitano di un intervento di rivitalizzazione del tessuto sociale, la realizzazione di iniziative artistico-culturali, indirizzate soprattutto a giovani e bambini che vivono quotidianamente le difficoltà di quegli spazi, rappresenta una grande opportunità per affrontare le diverse criticità.

Molto spesso le realtà sociali delle grandi città come Roma, richiedono azioni che permettano di spiccare un salto sostanziale: scegliere un modo diverso di vivere il proprio tempo libero che rispetti la fame di conoscenza e il bisogno di aggregazione dei ragazzi, ma anche la loro necessità di “cambiare” gli ambienti frequentati, rendendoli più congeniali alle loro effettive potenzialità, conoscenze e disponibilità.

E’ opinione comune che il tessuto sociale si stia sfilacciando. I rapporti tra le persone sono sempre più basati su relazioni asettiche, legami a termine, a volte utilitaristici. Concetto che spesso viene inteso come un’attività d’elite e che invece oggi si riscopre nella sua più alta accezione popolare. Ecco allora che i luoghi (oggi sempre più frequentemente si parla, non a caso, di non luoghi) possono tornare a essere riempiti di persone che condividono momenti culturali, nelle più svariate forme, divenendo così fattore chiave di inclusione e coesione sociale, giocando un ruolo attivo nella lotta ai fenomeni di marginalità e disagio.

Porre l’attenzione su attività artistico-culturali, soprattutto in periferia, significa portarle nei luoghi dove i giovani trascorrono la loro quotidianità, dando loro la possibilità di mettersi in gioco e di farlo “giocando in casa”!

Le scuole sono oggi per eccellenza i luoghi dove matura l’integrazione, e dove spesso è già una realtà. Ma sono anche e soprattutto veicoli di educazione, che forniscono alle nuove generazioni tutti gli elementi per affrontare l’integrazione sociale con consapevolezza e senza cedere ai luoghi comuni. 

Dovere delle istituzioni, degli insegnanti e degli educatori è la formazione degli uomini del domani, garantendo loro il diritto alla crescita attraverso uno sviluppo evolutivo completo e armonioso. 

L’Associazione Procult da oltre 15 anni è impegnata nella promozione della cultura come strumento e antidoto alle diverse forme di disagio sociale, ponendo la giusta attenzione anche all’aspetto formativo in ambito artistico-culturale.

 

ANALISI DEL CONTESTO

Fino ad una trentina di anni fa la tematica del bullismo nel dibattito pubblico non aveva mai assunto un’importanza cruciale come oggi, dove in molti casi è considerata un’emergenza.

Cosi come per la violenza di genere, oggi c’è una maggiore consapevolezza e attenzione per il fenomeno soprattutto da parte degli adulti, poiché oggi si studiano e si capiscono di più certi comportamenti dei ragazzi.

A questa emergenza concorre l’aumento in generale della violenza nella società: i bambini bulli vengono spesso da contesti in cui la violenza fa parte della cultura familiare, e loro scelgono una vittima per sfogare il dolore e la rabbia che derivano dalle difficili situazioni familiari.

Il bullismo nasce, quindi, in contesti sociali disagiati e può essere il primo passo verso altre forme di violenza e degrado.

Noi pensiamo che il bullismo si debba combattere con una maggiore consapevolezza, invitando i ragazzi ad un maggior riconoscimento delle proprie emozioni, per meglio gestirle. 

Per fare questo è necessaria l’attivazione e la realizzazione di progetti nelle scuole, in particolare quelle di periferia, che sono il principale luogo di socializzazione di bambini e ragazzi. 

Nelle scuole sono necessari dei progetti di “alfabetizzazione emotiva”, per i ragazzi e per gli insegnanti. Va incoraggiato l’emergere delle emozioni negative per poterle poi contrastate.

 

A questo fine è necessaria anche l’arte in tutte le sue forme e declinazioni: i semi della violenza devono essere trasformati nei semi dell’arte. Quando si attua un episodio di violenza si consuma molta energia e dovremmo cercare di convogliare questa energia in qualcosa di più nobile, come l’arte: un libro, una mostra, una canzone. A questo devono puntare le attività e i progetti delle scuole per combattere il bullismo in maniera efficace!

È necessario quindi prevedere delle attività in grado di promuovere capacità relazionali nel rispetto di sé e degli altri. 

 

Bullismo e Arte, un binomio che può apparire, in un primo momento, sorprendente e di non immediata comprensione ma, questa nuova concezione costituisce uno strumento che potremmo definire di accoglienza educativa, capace di offrire al bambino o al ragazzo in difficoltà un ambiente educativo, in grado di valorizzare quel che di buono e positivo si nasconde nel duro e difficile percorso di costruzione della propria identità, così da poter in qualche modo prevenire  problematiche di disagi futuri. 

 

L’intervento artistico sul fenomeno bullismo è: 

• un’attività senza sconfitta, perché sposta l’attenzione dal disagio alle capacità creative. 

• una pratica di riavvicinamento alla realtà perché permette ancora l’invenzione del “nuovo”. 

• sia luogo del presente che memoria del futuro, perché non mira al ripristino del senso di normalità, ma a produrre riflessione e rallentare l’isolamento. 

Inoltre serve per: 

• Promuovere le autonomie delle dinamiche patologiche ambientali (famiglia, quartiere, clan). 

• Rendere dignitoso l’atteggiamento creativo nel quadro delle relazioni

 

OBIETTIVI

• Trasformare la base aggressiva che il “bullo” ha strutturato negli anni in un processo creativo di elaborazione delle emozioni;

• Promuovere l’arte pura e la creatività, sensibilizzando le nuove generazioni al fine di combattere fenomeni di delinquenza giovanile, degrado sociale e urbano;

• Contribuire alla crescita culturale del territorio, grazie alla formazione specialistica gratuita e quindi accessibile;

• Favorire l’integrazione tra culture diverse attraverso la contaminazione di diversi linguaggi artistici;

• Portare l’arte nelle zone periferiche e disagiate in forma coinvolgente, verso un comportamento non violento e rispettoso nei confronti del prossimo grazie alla proposta di attività artistico- culturali di vario tipo;

Tra i punti di forza del progetto:

• coinvolgimento attivo delle strutture presenti ed operanti sul territorio;

• rete di partner e media partner capace di dare risalto all’iniziativa su tutto il territorio;

• occasione di socializzazione nelle zone periferiche che può  rappresentare anche una forma di “riscatto” sociale per i suoi abitanti.

 

STRUTTURA DEL PROGETTO

Il progetto prevede la realizzazione di 4 azioni/attività distinte, che però hanno uno stesso filo conduttore, ovvero l’Arte come deterrente al disagio sociale.

Il concetto cardine, sviluppato poi nelle 4 attività, è quindi la promozione dell’arte e della cultura come strumento e antidoto alle diverse forme di disagio sociale, andando a toccare diversi aspetti, (formativo, di sensibilizzazione, ricreativo, socializzazione), con particolare attenzione alle attività di educazione e formazione, che sono quelle che poi possono avere un riscontro maggiore anche ai fini occupazionali. Alla base del concetto c’è la convinzione che la Cultura sia un settore ad alto potenziale che crea un indotto economico-sociale e lavorativo sul territorio.

 

Le attività previste sono:

– concorsi fotografico/letterario e pubblicazione

(marzo-settembre)

– corsi formazione per figure professionali legate al mondo dell’arte

(settembre-novembre)

 

– laboratori di arte circense presso le scuole

(ottobre-novembre)

 

– evento conclusivo

(dicembre)